"In verità si può dire che l'esterno di una montagna è cosa buona per l'interno di un uomo"
George Wherry
Ci dirigiamo verso la spalla Est trovando un comodo passaggio per poter raggiungere il crinale da risalire fino alla cima. Il percorso regala, di tanto in tanto, degli splendidi affacci verso Sud che permettono di ammirare il Massiccio centrale con la prima vera neve che ammanta le quote più alte.
Negli anfratti all'ombra, più protetti, si scorgono grandi stallatiti di ghiaccio che stanno ora iniziando a scioglersi, e su qualche tratto compaiono lastre ghiacciate presenti nelle esposizioni a Nord. Il terreno richiede attenzione, e altrettanta attenzione è da mettere nel scegliere il giusto percorso, per poter superare i tratti più difficoltosi. I canaloni, i lisci, le pareti rocciose sono ostacoli da non sottovalutare quando una semplice storta può compromettere l'intera escursione, e non solo quella.
Arriviamo in cima anche questa volta senza problemi, e come al solito, siamo premiati da uno spettacolo unico che ci circonda: dal Massiccio del Pollino, alla Timpa di Pietrasasso; dal Gruppo dello Sparviere, fino alla Timpa di Sallorenzo e alle Gole Alte del Raganello.
La discesa permette di ammirare altri disegno della roccia molto particolari, che ci ricordano ancora una volta l'importanza geologica e morfologica del sito, non per nulla inserito nelle località indicata dal Geoparco, prima di giungere alle pendici della dorsale a Nord, in cui troviamo alcuni interessanti faggi.
Al rientro tanta curiosità è posta nella parte più a valle, con la promessa di visitarla nel prossimo futuro.