Alla Scoperta del Pollino
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Officina del Buon Cammino 19 - Dal Santuario della Madonna delle Armi al Sellaro

2/10/2019

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Volti sorridenti, simpatia e voglia di mettersi in gioco: questi gli ingredienti del gruppo che in giornata, circondati da paesaggi unici, ha raggiunto la panoramica vetta di Monte Sellaro a 1.439 m s.l.m.

Accompagnati dalle rocce grigio-bianche illuminate dal sole, dal luccichio di qualche chiazza di neve nei punti meno esposti, e dal silenzio magico della montagna, abbiamo potuto far rilassare tutti i nostri sensi durante la passeggiata.

Seppur di febbraio, una giornata calda e piacevole che ci ha accompagnato fino al rientro presso il Complesso della Madonna delle Armi, dove il fascino di una storia di fede antica ha concluso il percorso guidato alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino. 

Un altro grazie ai partecipanti e come sempre buon cammino!
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Sant'Agata: dalla Sicilia al Pollino

2/5/2019

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"Non valser spine e triboli,
non valsero catene;
né il minacciar d'un Preside
a trarla dal suo Bene,
a cui dall'età eterna
fu sacro il vergin fior
"

Mario Rapisardi

Il sopralluogo di oggi ci ha permesso di assistere anche alla processione dedicata a Sant'Agata, santa da cui prende il nome il paese stesso di Sant'Agata di Esaro (CS).
Festeggiata il 5 febbraio, per via del martirio che subì è la santa protettrice del seno, nonché patrona di Catania e Gallipoli.
Fu messa a morte durante la persecuzione di Decio (249-251) a Catania, per non avere mai tradito la professione della sua fede cristiana. Secondo le notizie a noi giunte, non avendo ripudiato la sua fede, e fallito il tentativo di corromperla moralmente, venne imprigionata per volere del proconsole Quinziano. 
Venne condannata a diverse torture, tra cui lo strappo dei seni mediante delle tenaglie, prima di morire il 5 Febbraio 251 a seguito dell'ennesima violenza subita.

Il paese alle falde della Montea ha assunto nel tempo proprio il nome di questa importante santa dalle origini siciliane. Questo perché, secondo la teoria più accreditata, il territorio venne raggiunto da monaci bizantini in fuga dalla Sicilia dopo la conquista da parte dei Saraceni dell'isola. Tale fu la loro influenza da determinare il nome stesso del nucleo urbano all'epoca in via di sviluppo. Successivamente, nel 1.862, per distinguerlo da paesi omonimi, venne aggiunto l'appellativo "di Esaro".

Il culto della Santa non è limitato alla sola Sicilia, anzi è più diffuso e sviluppato di quel che si sarebbe soliti pensare. La diffusione del culto della martire catanese potrebbe essere dovuto anche da un’iniziativa della regina longobarda Teodolinda, che tra il VI e il VII secolo, allo scopo di formare una classe dirigente favorevole al cattolicesimo, decise di titolare molte chiese del regno a santi e martiri cristiani, tra di essi vi era proprio Agata, diffondendone così il culto in territori anche molto lontani da quelli di origine. Molto più lontani che la prossima terra di Calabria.
Per approfondire:
- Articolo de "La Sicilia": Sant'Agata: non solo a Catania
- Italia Medievale: il culto di Sant'Agata
- Wikipedia: Sant'Agata

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Visita "alla Monaca"

2/5/2019

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"Grotte. Molte: ne pigliano il terreno per farne nitro”
“Grotte. Due naturali in due monti opposti: Grotta della Monaca, e nella seconda stanza vi si vede ancora, benché guasta dal tempo, una monaca scolpita; e Grotta del Tesauro, abbondante di terra gialla”
Vincenzo Padula da Acri

Nella roccia calcarea del Massiccio dell'Orsomarso, ricadente nel Comune di Sant'Agata di Esaro (CS) è incastonata la Grotta della Monaca: importante sito archeologico utilizzato fin dal Paleolitico superiore e in epoca medievale come miniera per l'estrazione di minerali ferrosi e cupriferi; in uso come sepolcreto in età protostorica, così come indicato dalle datazioni radiocarboniche, attorno a 3.500 anni da oggi.

Giunti all'entrata si nota subito, grazie alle colorazioni delle rocce e del suolo, la presenza di minerali che non è comune osservare. L'ingresso della grotta induce quell'interesse che, chi decide di visitarla proverà lungo il percorso. Procedendo subito, chiara è la presenza dei segni di chi, "qualche" millennio e secolo fa, ci ha anticipato sfruttando la coltivazione della miniera.

Il passaggio attraverso il diaframma per accedere alla Sala dei Pipistrelli è simbolico: sembra proprio come entrare definitivamente nelle viscere della Terra. Il nostro accompagnatore, Davide, ci spiega molto bene, come effettivamente da lì sarà impossibile vedere un raggio di luce che acceda dall'esterno. Accendiamo le torce sui nostri caschi.

Anche l'odore dell'aria cambia in modo evidente; per via dell'umidità, e per via del guano della nutrita colonia di pipistrelli che qui vive. Queste sensazioni arrivano poco prima di incontrare, superato questo passaggio, la protagonista e "proprietaria" della grotta: "la Monaca" (anche in foto).

I dettagli dei minerali presenti sono davvero affascinanti: le colorazioni e le mineralizzazioni assunte dal ferro e più avanti dal rame sono qualcosa che viste per la prima volta sicuramente colpiscono l'occhio curioso di chi osserva intorno a sé con la luce della sua torcia.
Mostrato un dettaglio fenomenale di un cunicolo di scavo, cioè il segno lasciato da chi parecchie vite fa ha scavato per estrarre i minerali, risaliamo brevemente prima di dirigerci nell'area terminale della grotta, passando proprio sotto la colonia dei chirotteri, cercando di arrecare il minor disturbo possibile, e discendendo fino all'area destinata a Sepolcreto.
Circa un centinaio di inumati sono stati recuperati durante le operazioni di scavo, testimoniando il pressante utilizzo della grotta come luogo di sepoltura. Anche questo sottolinea quanto importante, seppur per un'altra funzione, fosse la cavità.

Risaliamo procedendo sugli stessi passi dell'andata, e scattando qualche altra foto durante il rientro, fino a rivedere la bella sagoma dell'entrata della grotta che ci conferma il nostro ritorno in superficie.
Compiaciuti osserviamo un'altra volta l'ingresso prima di riprendere la via verso le auto consapevoli di aver camminato sulla storia.
Per approfondimenti: Sito Ufficiale Grotta della Monaca
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    Sono sempre stato un appassionato di escursionismo e ho sempre sfruttato ogni momento disponibile per poter girovagare sulle montagne vicino casa.
    Oggi mi ritengo uno dei fortunati che è riuscito a fare della sua passione un mestiere. Qui racconterò alcune delle meravigliose esperienze vissute nell'area protetta più grande d'Italia
    .

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