"Grotte. Molte: ne pigliano il terreno per farne nitro”
“Grotte. Due naturali in due monti opposti: Grotta della Monaca, e nella seconda stanza vi si vede ancora, benché guasta dal tempo, una monaca scolpita; e Grotta del Tesauro, abbondante di terra gialla”
Vincenzo Padula da Acri
Giunti all'entrata si nota subito, grazie alle colorazioni delle rocce e del suolo, la presenza di minerali che non è comune osservare. L'ingresso della grotta induce quell'interesse che, chi decide di visitarla proverà lungo il percorso. Procedendo subito, chiara è la presenza dei segni di chi, "qualche" millennio e secolo fa, ci ha anticipato sfruttando la coltivazione della miniera.
Il passaggio attraverso il diaframma per accedere alla Sala dei Pipistrelli è simbolico: sembra proprio come entrare definitivamente nelle viscere della Terra. Il nostro accompagnatore, Davide, ci spiega molto bene, come effettivamente da lì sarà impossibile vedere un raggio di luce che acceda dall'esterno. Accendiamo le torce sui nostri caschi.
Anche l'odore dell'aria cambia in modo evidente; per via dell'umidità, e per via del guano della nutrita colonia di pipistrelli che qui vive. Queste sensazioni arrivano poco prima di incontrare, superato questo passaggio, la protagonista e "proprietaria" della grotta: "la Monaca" (anche in foto).
I dettagli dei minerali presenti sono davvero affascinanti: le colorazioni e le mineralizzazioni assunte dal ferro e più avanti dal rame sono qualcosa che viste per la prima volta sicuramente colpiscono l'occhio curioso di chi osserva intorno a sé con la luce della sua torcia.
Mostrato un dettaglio fenomenale di un cunicolo di scavo, cioè il segno lasciato da chi parecchie vite fa ha scavato per estrarre i minerali, risaliamo brevemente prima di dirigerci nell'area terminale della grotta, passando proprio sotto la colonia dei chirotteri, cercando di arrecare il minor disturbo possibile, e discendendo fino all'area destinata a Sepolcreto.
Circa un centinaio di inumati sono stati recuperati durante le operazioni di scavo, testimoniando il pressante utilizzo della grotta come luogo di sepoltura. Anche questo sottolinea quanto importante, seppur per un'altra funzione, fosse la cavità.
Risaliamo procedendo sugli stessi passi dell'andata, e scattando qualche altra foto durante il rientro, fino a rivedere la bella sagoma dell'entrata della grotta che ci conferma il nostro ritorno in superficie.
Compiaciuti osserviamo un'altra volta l'ingresso prima di riprendere la via verso le auto consapevoli di aver camminato sulla storia.