Essendo un insetto non molto comune e di difficile individuazione ho deciso così di riportarne qualche informazione in questo articolo, raccogliendo un po' di notizie da siti e articoli più specializzati.
La mantide pennata appartiene ad un genere di mantidi tipicamente mediterraneo, che sono presenti in Italia con solo due specie: la E. pennata e la E. fasciata. Tralasciando la seconda presente in un areale più limitato (dintorni di Trieste e la foce del Tagliamento), la E. pennata è localizzata nelle regioni appenniniche e nelle isole, dove vive in ambienti costieri, zone secche, campi incolti, valli o praterie assolate.
La livrea screziata presenta diverse rugosità; gli arti, il capo ed il pronoto sono bruni come l'addome che però ha sfumature chiare. I suoi colori e la loro combinazione permettono un'imitazione perfetta di rami e vegetazione secca, con una mimetizzazione criptica molto efficace.
Nel maschio sono presenti due antenne pennate, che danno il nome alla specie. Il torace è largo e il prototorace è parecchio allungato rispetto alle altre specie. L'addome nelle ninfe, prive di ali, è riccioluto, ricurvo e molto caratteristico; negli adulti invece rimane disteso e coperto dalle ali e dalle tegmine. Le zampe mediane e posteriori sono lunghissime e sottili, e possiede una coppia di zampe captatrici anteriore dotate di una doppia fila di piccolissimi aculei sugli avambracci e di un dito "prensile" con il quale trattiene le prede. Raggiungono dimensioni di 6-7 cm.
Con abitudini solitarie, trascorre molto tempo immobile in attesa di avvistare le sue prede solitamente insetti volanti, ma anche piccoli grilli o cavallette.
A differenza di altre specie di mantidi dopo l'accoppiamento non mangia il suo partner, probabilmente anche per le dimensioni simili tra i due sessi. La femmina depone le uova in una ooteca che viene fissata alle rocce o alla vegetazione e le uova schiudono subito superando l'inverno come neanidi, a differenza di altre specie che superano la stagione fredda allo stadio di uovo.
Specie molto affascinante e curiosa, è indicata per la Petrosa, area SIC all'interno del Parco Nazionale del Pollino. Già più volte nel mio blog ho sottolineato la rilevanza naturalistica di tale sito alle pendici del Dolcedorme, ai confini del Parco e questo nuovo incontro, testimonia ancora una volta tale valore; facile dunque mi viene nuovamente da ribadire: "la Petrosa vale".
Post di Aprile 2015: Orchidee tra le pietre