Khalil Gibran
Sarà stato sicuramente per il grigiore della giornata portato dalle nuvole arrivate dalla Valle dell'Argentino e dal Massiccio del Pollino più a nord, fatto sta che anche la faggeta si sta già tingendo di giallo.
Valutando le condizioni meteo ho ipotizzato di poter intraprendere la mia camminata terminandola entro l'una, così ho percorso uno dei sentieri più frequentati dell'area: quello che dal Piano di Novacco muove verso Piano di Mezzo.
Nella faggeta già sbocciano i primi ciclamini mentre l'odore di funghi si fa sempre più accentuato tanto più ci si inoltra nel bosco.
Arrivato nel Piano di Masistro mi sono sorpreso, come succede ogni volta, vedendo alcuni dei faggi più grandi e "anziani" dell'area, e credo di aver perso un quarto d'ora, venti minuti andando prima dall'uno e poi dall'altro per ammirarli più da vicino e cogliere qualche particolare in più.
Superando la faggeta sono giunto sul primo crinale che divide Masistro da Piano di Mezzo a circa 1263 m di quota mentre le prime nuvole grigiastre iniziavano ad addensarsi. Da qui si apre davanti agli occhi dell'osservatore il panorama. Questo mostra una delle conche a fondo pianeggiante caratteristiche dell'area, appunto Piano di Mezzo. Dolina carsica molto caratteristica per la presenza di uno specchio d'acqua, che persiste durante quasi tutto l'anno meno che in estate.
Attraversando quest'area sempre affascinante, senza incontri particolari, ho raggiunto il successivo crinale, (tra "Il Tabaccante" e "Timpone del Vaccaro" a circa 1258 m) che mi ha dato la possibilità di osservare la conca consecutiva: Piano Grande. Da qui la visuale si fa ancora più ampia e si spalanca il passaggio diretto all'altopiano di Campotenese, porta d'accesso del Massiccio del Pollino non visibile per via della perturbazione nuvolosa.
Qui una mandria di podoliche pasceva tranquillamente, quasi sicuramente ignara della mia presenza. L'erba è ormai quasi tutta ingiallita e secca, e probabilmente non vede l'ora di poter assaggiare un pò di pioggia.
Il tempo di godermi il paesaggio che delle grandi nuvole più scure mi hanno presto convinto a fare dietrofront e avviarmi verso l'auto.
Tornando per lo stesso percorso tranne qualche piccola variante, un saluto è andato rapidamente al faggio plurisecolare di Masistro, silenzioso guardiano della vallata.
Mentre camminavo in silenzio sulla strada del ritorno assaporai l'odore di quell'erba che molto presto sarebbe mutato, dissetata dall'incombere dell'autunno.