“Volete sapere dove ho trovato la mia ispirazione? In un albero; l'albero sostiene i grossi rami, questi i rami più piccoli e i rametti sostengono le foglie. E ogni singola parte cresce armoniosa, magnifica.”
A. Gaudì
Lasciamo l'auto in prossimità di un capanno e una fontana utile per rifornirsi d'acqua e ci addentriamo verso quello che è un bosco su versante a prevalenza di pino nero, ma che già anticipa la presenza di altre essenze quali castagni e querce.
Il percorso è molto semplice, sempre accompagnato da una staccionata. Dopo una leggera discesa, e quasi un chilometro, poco dopo aver ripreso la salita e superato un paio di valloni, si notano degli esemplari ben più massicci che compongono il bosco. Viene spontaneo allungare il passo per avvicinarsi e vederli sempre meglio.
L'effetto è meraviglioso.
Qui sono stati individuati infatti, da tempo, dei giganti caratterizzati da una veneranda età (750-800 per i più vetusti), che vivono in stretto contatto tra loro, in disaccordo con il normale comportamento della specie: castagni monumentali (Castanea sativa), che appartengono in particolare a due varietà, Inzerta e Riggiola. I più grandi raggiungono circonferenze di 8,74 metri a petto d'uomo e di 13 metri alla base, con altezze che superano i 20 metri. Dimensioni notevoli.
Una volta arrivati è più che spontaneo iniziare ad avvicinarsi e curiosare dall'uno all'altro, ogni singolo individuo ha forme differenti e caratteristiche diverse. Impressionanti sono i più ampi, che spesso cavi, permettono di "entrare" in essi e occupare lo spazio che la pianta ha per sé.
L'origine di questo castagneto è posta tra due teorie: la prima considera il bosco di castagni come la normale continuazione del castagneto dei "Campi", censito tra i beni storici dell'Abbazia di Santa Maria del Patire, posta a circa 2,5 Km di distanza. La seconda ipotesi invece afferma che l'area era da ricollegare ad un altro impianto di castagneto prossimo alla contigua "Serra Castagna", cima che affianca verso sud-sud-ovest la cima di Cozzo del Pesco, e dunque di importante uso diretto per la popolazione. In ogni caso, sottolineata è l'importanza storica di questo lembo di bosco. Davvero una realtà unica da non perdere.
Il tempo così passa osservandoli, ammirandoli e fotografandoli per quanto meglio mi riesce, prima di decidere che è giunto il momento di ritornare a casa percorrendo lo stesso itinerario.
Invito qualche amico di Corigliano-Rossano o dintorni di farmi sapere, se le conosce, altre curiosità, elementi storici più o meno recenti, caratteristiche importanti del sito: sono tutto orecchie!
Alla prossima e Buon Cammino!