Tute, caschi e torce e si va con Ilaria, che ci accompagna e ringrazio per la pazienza, e Francesco, il compagno di avventure di oggi.
Un'altra semplice esperienza speleologica per me. Un percorso semplice che, salvo un'area più ampia quasi a metà del percorso fatto, lascia la possibilità di accesso solo strisciando lungo il cunicolo principale che offre una bella strettoia da superare prima di raggiungere un trivio.
Qui, mi viene detto, il passaggio diventa sempre più stretto. E per il momento, è proprio il punto in cui mi fermo. Mi ritrovo a girarmi per poter ritornare indietro. In effetti la sfida di doversi rigirare trovando il modo più comodo per voltarsi mi piace. Così come procedere sempre più avanti scoprendo quello che il passaggio ha da offrire. Proprio questi sono due dei motivi che mi stanno spingendo a proseguire in questa affascinante disciplina.
Tornando indietro ci soffermiamo sia sulle zone più umide, in alcune con presenza di stillicidio, sia sui resti animali (ossa varie ma anche dei crani ben evidenti) che in un modo o in un altro hanno raggiunto l'interno della grotta. Qualche foto ricordo, e si ritorna all'aria aperta.
Tornerò.