Una volta famoso e ricco grazie all'arte artigiana dei frati che lo abitavano, ora è quasi completamente diroccato per colpa del tempo, delle intemperie e dell'incuria dell'uomo (in ultimo i lavori di ammodernamento della “Salerno – Reggio Calabria”), che sta lasciando andare incontro a disfacimento uno dei più importanti siti della presenza ecclesiale nel nostro territorio.
Dopo una breve esplorazione dei ruderi e una rapida riflessione su quanto eventualmente si possa recuperare di quello che è rimasto ancora in piedi, si nota come i monaci avessero a godere di certo di quello che si spalancava a perdita d’occhio dalle loro finestre. La tranquillità e la pace di quei luoghi oltre che le splendide visioni naturali sicuramente avranno contribuito alle ispirazioni delle loro famose opere artigianali. Il sentiero imboccato, che da lì prosegue e che riconduce ai piedi del Monte S. Angelo, è uno dei più variegati e piacevoli che abbia avuto modo di frequentare. Partendo dalla macchia mediterranea e dalla lecceta si arriva alla faggeta mista fino alle numerose aree ripali. A brevi tratti il leggero scroscio dell’acqua del torrente che migra verso valle, accompagna i passi sul comodo sentiero come se fosse la colonna sonora dell’escursione. Sempre piacevole è la visione della cascata posta più a monte del convento, ben disposta come tutte le volte a far nascere un sorriso su chi giunge a vederla. Il bel sole della giornata mostra i primi colori autunnali che iniziano a colorare il bosco dall’alto al basso, preparandolo al tempo che sta per giungere. Il bel verde scuro del pino loricato risplende e si mostra più orgoglioso che mai tra gli altri colori ora meno appariscenti. Diversi sono gli esemplari che si incontrano, di piccole dimensioni, ma che ben fanno sperare per la sua presenza e diffusione.
Quasi arrivato a destinazione bella è la sensazione che ho provato voltandomi e trovandomi di fronte Serra del Prete e Pollinello, anticamera al Pollino che, come dei giganti immobili hanno ricambiato il mio silenzioso saluto, quasi invitandomi a ritornare presto in quei luoghi per poter goderne ancora.
L’arrivo alle auto sopraggiunge quasi senza rendersene conto, altri sintomo che conferma quanto l’itinerario possa esser stato benefico alla mente e al fisico.