I colori del fogliame dei faggi contrastano fortemente con il verde scuro dei loricati che adornano l'altopiano nel cuore dell'area protetta. E i giochi di luce, dei raggi che oltrepassano le nuvole, ci regalano spettacoli unici.
Tuttavia la sua storia, affascinante come poche, merita di essere raccontata.
Immaginate di essere dei piccoli gamberetti che vivete in uno degli oceani più antichi del pianeta. Nel tempo i movimenti tettonici innalzano verso l’alto la superficie terrestre, tanto che da oceano vi ritrovate a vivere, in un mare, poi in un lago e infine, dopo migliaia di anni, in una pozza di alta quota con andamento variabile, tanto da risultare completamente secca nei periodi di siccità: che cambiamento!
Ma voi acuti “gamberetti” escogitate il modo di poter sopravvivere anche a questo: deponete le vostre uova, ulteriormente protette da un involucro denominato “ciste” che li proteggerà da andamenti altalenanti di clima e temperature, riuscendo ancora a sopravvivere a queste condizioni difficili.
Così facendo nel tempo vi siete anche un po’ trasformati, ma ora siete una specie unica, che ha come dimora questo unico punto (ad oggi conosciuto) su tutta la Terra. Luogo finale di un processo evolutivo, e di una lunga avventura.
Tutto questo in un organismo così piccolo che fotografiamo (e visibile nella foto a destra scattata dall'amico Antonio De Marco) prima di procedere verso la Grande Porta per continuare ad osservare ammirati i colori di questo 16 Ottobre 2019.
Potete vedere da questa immagine trovata sul web l'indicazione dei ritrovamenti, compresa la posizione del "nostro" ruffoi.