La giornata si prospetta calda e soleggiata senza nessuna interferenza climatica.
Ci avviamo quindi verso i Piani di Pollino, impiegando più tempo del previsto per diverse cause e motivazioni, ma quando arriviamo tutta l'attenzione viene presa dal paesaggio che abbiamo di fronte: una distesa bianca puntellata dal grigiore dei tronchi dei faggi e colorata dalle chiome verdi scure dei loricati, che contrasta con un cielo limpido e blu come pochi altri ho avuto la fortuna di vedere.
Attraversare i piani sembra come attraversare quasi le terre lunari, a differenza che qui la gravità ci tiene i piedi bene a terra che calcano la neve ancora abbastanza dura da reggere quantomeno il mio peso.
Aggiriamo la cresta di Serra delle Ciavole fino alla Sella con Fossa del Lupo e iniziamo a risalire chi con bastoncini e ramponi, chi con ramponi e picozza.
Man mano che saliamo lo spettacolo lascia estasiati. La neve così bianca fa a gara per essere più luminosa del cielo così blu, e fra questi orizzonti svettano meravigliosi esemplari di pino loricato che rendono ancora più emozionante la risalita. Il panorama sotto di noi si ampia, prima Acquafredda, poi i Piani di Pollino, la Cresta dell'Infinito, poi sempre più su fino a vedere dall'alto tutta l'alta Valle del Raganello da un lato e quella del Frido dall'altro.
Qualche minuto per recuperare le forze e qualche altro per contemplare quel mondo meraviglioso che si staglia sotto di noi, prima di riprendere la discesa, in quella che è stata una giornata perfetta.