Come primo esercizio ci è stato chiesto di scrivere una storia; una storia che parlasse della prima cosa che ci fosse venuta in mente del luogo in cui lavoriamo, e di raccontarla.
A me sono scivolate rapide dalla mano queste parole, leggermente corrette durante la serata di ieri e lasciate decantare un po' nel dubbio, prima di condividerle proprio oggi in cui celebriamo la "Festa dell'Albero".
"In un tempo lontano, aggrappato ad un'aspra parete rocciosa di una brulla montagna, vi era un albero. Maestoso e imponente, questo pino seppur non molto alto, aveva un unico desiderio: viaggiare.
Voleva vedere come il mondo fosse intorno a sé.
Come ben sapete però, per quanto un albero possa muoversi, è difficile che riesca a camminare e così, trasferì il suo desiderio ai suoi semi, fatti nascere con estrema cura dentro le sue pigne nere e lucenti.
Poi chiese aiuto al vento e gli chiese di soddisfare la loro voglia di scoperta.
Così il vento, freddo e secco, da Est, senza chiedere nulla in cambio prese con sé i piccoli semi portandoli lontano per chilometri di distanza e su per centinaia di metri.
Giunsero in un luogo roccioso che ricordava la loro casa e chiesero al vento di fermarsi lì per un po', ma una volta a terra, senza pensarci troppo, in modo naturale, misero radici e crebbero.
C'è chi dice che scelsero di crescere lì, a 2000 metri e oltre di altezza, perché non c'erano uomini a disturbarli; chi perché da lì potevano vedere non uno, ma due mari nello stesso momento; chi perché lì neve e vento li modellavano facendoli diventare opere d'arte; chi perché lì non vi erano altri alberi che gli impedivano di crescere o gli dicessero come farlo; chi perché lì, almeno fino ad oggi, il desiderio di scoprire il mondo, venne soddisfatto".