Alla Scoperta del Pollino
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Passo dopo Passo - Proposta di itinerari II

6/26/2020

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Codice Sentiero 615 - Gole del Rosa

L'itinerario proposto è un percorso che si sviluppa lungo il Fiume Rosa. Con i suoi 19 Km è un affluente del Fiume Esaro, che a sua volta si getta nel più famoso Crati. Attraversa un'area naturalisticamente e storicamente molto interessante e ricca di biodiversità.
Parte da poche centinaia di metri più in basso rispetto al Santuario della Madonna del Pettoruto (543 m), fino a risalire le Gole del Rosa, arrivando al Varco del Palombaro (1.002 m), snodo molto importante del territorio.
Sconsiglio fortemente questo percorso però a chi non abbia un buon allenamento e una buona capacità di orientamento e di esperienza in montagna. Il percorso è praticamente privo di segnaletica, salvo qualche segnavia davvero rado per lo più nel tratto iniziale. Dunque valutate bene prima di procedere senza alcun ausilio di una guida.
E' sempre bene poi ricordare, che l'intero territorio attraversato, fa parte di un area protetta e si deve ridurre al minimo l'impatto alla fauna selvatica (tra le tante: evitiamo schiamazzi e di portare con noi il cane senza guinzaglio), e ai danni alla vegetazione (non strappiamo fiori e facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi). Rispettare questi luoghi è più che necessario.

Lasciata l'auto a poche centinaia di metri dopo l'arco votivo posto sotto il Santuario, in prossimità di una sterrata sulla destra, si può iniziare il percorso. 
Il primo tratto segue la larga strada costeggiando abbastanza lontano il corso del fiume Rosa, e rimanendo sotto le imponenti pareti di roccia che si presentano sul lato e di fronte a noi. Pian piano ci avviciniamo fino ad arrivare a guadare il fiume (se la corrente e il livello lo concedono), oppure facendo attenzione a destra vi è una pista che permette di raggiungere un ponticello in legno utile all'attraversamento e alla continuazione del percorso. 
Dopo quasi 1,5 Km in cui si rimane piuttosto alti rispetto al letto del fiume, si scende e si raggiunge il suo fianco in un'area finalmente fresca rispetto a questo primo tratto. 
Lo spettacolo del fiume qui, si ammira molto meglio e gli scatti da poter realizzare sono tanti. Si segue senza problemi la traccia del sentiero fino a quando, anche dopo qualche guado, superando l'ingresso da sinistra del Savuco nel corso principale del Rosa, l'acqua scompare interrandosi, creando una situazione davvero particolare: mentre fino a poco prima lo scorrere del torrente ci ha accompagnato con il suo suono, ora cade di colpo il silenzio e ci si ritrova a camminare sul letto del fiume, ammirando le pareti che lo delimitano e la sua vegetazione quasi preoccupati di disturbare con il nostro passaggio.
L'itinerario diventa da qui più complesso tecnicamente: passaggi su pietre di diverse dimensioni, attraversamenti da un lato all'altro per ritrovarsi sulla giusta sponda e qualche passaggio a volte esposto e a volte con una salita più marcata, richiedono maggiore attenzione. Ma lo sforzo viene ricompensato dalle meraviglie create sulle rocce dallo scorrere del fiume, oltre che da esemplari veramente interessanti di leccio. 
Continuando la salita, si raggiunge un tratto in cui la sponda destra del fiume ha subito un crollo, che porta a compiere uno zig-zag del sentiero, per poter risalire il versante e superarla dall'alto, giungendo, al termine di una curva a sinistra, in piena faggeta, con un'altra sorpresa: la ricomparsa dell'acqua sul letto del fiume! Davvero emozionante.

Siamo quasi al 4° Km di percorrenza, e raggiungiamo una nuova biforcazione. Qui si deve fare molta attenzione nel non sbagliare: infatti non si deve mantenere la sinistra, dove è presente l'acqua che proviene dal Pellegrino questa volta, ma si prende il corso a destra che per la seconda volta è asciutto, e si prosegue. 
Poco più avanti di tanto in tanto l'acqua ritorna a tratti creando piccole pozze, canali, aree acquitrinose, e si deve far attenzione nuovamente a non perdere l'itinerario corretto non inoltrandosi in avvallamenti e canali che non siano quello principale. La zona in cui ci troviamo è chiamata "Capi di Rosa", e qui molti altri canali defluiscono andando ad alimentare appunto il Fiume Rosa; inoltre siamo prossimi alla nostra meta, mentre ormai è la faggeta a farla da padrona.
Una volta mantenuto tale percorso si raggiunge lo snodo tanto famoso di Varco del Palombaro: luogo che permette di raggiungere Buonvicino, Sant'Agata di Esaro e la stessa San Sosti, oltre che, per chi ha un buon passo, località escursionistiche di tutto rispetto come Pietra Portusata, Tavola del Brigante, Campicello, il Campo e Sasso dei Greci. Per non parlare del panorama che si ottiene osservando il gruppo della Montea, che alta e fiera osserva dai suoi 1.825 m con il suo anfiteatro, buona parte della Valle del Rosa. Varco del Palombaro è stata di recente sottoposta al taglio, e non voglio dilungarmi su questo avvenimento, se non dicendo che probabilmente questo era uno di quegli interventi da evitare.
 
Siamo comunque giunti, dopo circa 7 Km a destinazione, e per questa volta proseguirò il rientro per lo stesso itinerario. Spero presto di poter fornire qualche altra opzione per compiere un largo anello!

Alla prossima con Alla Scoperta del Pollino sempre Passo dopo Passo.
Contattami qui se vuoi segnalarmi qualcosa, o per altre informazioni o per poter essere accompagnati in questi luoghi e conoscerne molto meglio le leggende, la natura e la storia. Oppure se hai avuto modo di compiere questo percorso commenta con la tua esperienza personale o le tue impressioni! 
​

Scrivimi per organizzare la tua escursione!
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    Sono sempre stato un appassionato di escursionismo e ho sempre sfruttato ogni momento disponibile per poter girovagare sulle montagne vicino casa.
    Oggi mi ritengo uno dei fortunati che è riuscito a fare della sua passione un mestiere. Qui racconterò alcune delle meravigliose esperienze vissute nell'area protetta più grande d'Italia
    .

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