"Domani, sarà il giorno delle 5 vette.
Mi ero ripromesso di non farlo. Di andare ad intuito e non controllare ma alla fine, la curiosità è stata più forte di me. Non tanto la lunghezza quanto il dislivello fa un po' paura soprattutto per via delle mie ginocchia.
Vedremo quel che succederà. Ho deciso che manterrò un passo non veloce, ma la testa e la volontà più salda possibile".
Pensieri di un escursionista del Pollino
Sveglia alle 4.50, rifinitura dello zaino, prima colazione veloce e partenza per il punto di incontro con il mio compagno d'avventura, Antonio De Marco (che ha scattato tra l'altro le foto che utilizzerò in questo resoconto). Prima di partire alla volta di Colle Impiso facciamo una seconda colazione, tanto per integrare zuccheri.
Arriviamo al parcheggio. Zaino in spalla; sono le 5.30 del mattino, con l'alba appena all'inizio. La temperatura è bassa, e dobbiamo subito abbigliarci nel modo giusto. Prendo anche la torcia che per il primo seppur breve tratto, sarà utile alla nostra progressione. All'imbocco del primo tratto di sentiero dico solo "In bocca al lupo"; dopodiché si parte per davvero.
La prima parte si fa subito sentire. Saliamo protetti dalla faggeta, ma nei primi pochi punti aperti, la cosa che inizia ad essere più fastidiosa è il forte vento che soffia da nord. Ciò non crea problemi nel bosco, dove possiamo anche prendere fiato per qualche secondo prima di ripartire, ma una volta nell'ultimo tratto di sentiero, praticamente sul crinale, mi è impossibile fermare il passo per evitare di raffreddarmi completamente. Quindi dopo aver deciso cosa tenere indosso e cosa no, e aver sistemato la torica, decido di procedere con continuità senza bloccarmi mai e controllare sempre alle mie spalle la progressione di Antonio. Per qualche attimo inizio a pensare che con quel vento il nostro obiettivo di giornata non sarà possibile; intanto però questa prima cima almeno, va raggiunta.
Alle 6.38 siamo sulla vetta di Serra del Prete e ai suoi 2.180 m, con la luce mattutina che ancora non ha raggiunto tutto il mondo che da lassù si vede. Il vento rimane forte, quindi ci diamo un bel cinque, scattiamo qualche foto e riprendiamo l'itinerario discendendo rapidi verso Piano Gaudolino. Ci riprendiamo velocemente dal freddo e per fortuna il vento inizia anche a smettere di accompagnarci.
Questo ci conforta, e quindi procediamo per la seconda meta.
Recuperiamo un po' fermandoci una decina di minuti e mangiando uno snack. Effettuo un primo cambio maglia e dopodiché ripartiamo per la terza meta. L'umore inizia a cambiare definitivamente: le cime da raggiungere sono diventate quasi la metà, il passo viene mantenuto molto meglio, il vento non è assolutamente fastidioso come su Serra del Prete. Tre buoni motivi per decidere, senza pensarci troppo, di continuare. Discendiamo dalla cresta Est di Monte Pollino fino a raggiungere il Valico del Malvento, e parte così il mio terzo "In bocca al lupo" della giornata.
Alle 10.14 siamo sulla cima del Dolcedorme, 2.267 m, la cima più alta dell'Appennino meridionale e di tutto il Sud Italia; la terza della nostra giornata. Un altro bel cinque scatta all'arrivo di Antonio. Ora sono ancora più convinto di potercela fare. Le mie gambe stanno reggendo alla grande, almeno questa è la sensazione, e anche Antonio va senza problemi nonostante sia meno allenato di me. Qui facciamo un'altra pausa ristoro prima di riprendere la nostra marcia.
Qui su sorrido e osservo i rilievi di fronte a me pensando che, fino a qualche ora prima, ero proprio lì che passavo da uno all'altro chiedendomi se ce l'avrei fatta. Mentre mi guardo intorno facciamo un'altra quindicina di minuti di pausa, ma ormai c'è, forse presuntuosa, la consapevolezza di riuscire.
Indico l'ultima cima che rimane alla lista, e parte il quinto e ultimo "In bocca al lupo". Ripartiamo. In quest'ultimo tratto mi lascio prendere da un ritmo più serrato, per un misto di irrequietezza di concludere e voglia di festeggiare la riuscita del nostro sforzo. Superiamo la Piana di Pollino, salutiamo (e non potevamo non farlo) il Pino della Grande Porta e risaliamo Serretta della Porticella. Da lì la breve discesa prima della risalita fino alla cima di Serra Crispo, 2.053 m che raggiungiamo alle 14.05 terminando il tocco delle cinque cime. Una volta arrivato sorrido e scuoto il capo in attesa dell'arrivo di Antonio. Tocco la cima, e mi guardo e riguardo intorno prima di distendermi su una grande roccia piatta subito dietro l'omino della vetta e pensare a quello che abbiamo concluso per ora, tenendo sempre a mente il ritorno che rimane da fare.
All'arrivo di Antonio festeggiamo, ma sono consapevole che la versa soddisfazione ci sarà poi alla macchina, e ogni volta che ripenserò alla giornata. Consumiamo il nostro pasto, meritato come non mai e dopo una buona mezz'ora di relax ci avviamo sulla strada del ritorno. Arrivato poco sopra i Gendarmi, guardando i crinali di tutte e cinque le cime mi chiedo tra me "Ma davvero ho fatto tutto il giro?". Sembra strano, sembra difficile, sembra complesso, ma per come percepisco il mio corpo sono in ottimo, ottimissimo stato. Prego le ginocchia di reggere fino al rientro, quasi più per scaramanzia che per altro.
Grazie Pollino, grazie ginocchia!