"Il vento è un cavallo:
senti come corre
per il mare, per il cielo.
Vuol portarmi via: senti
come percorre il mondo
per portarmi lontano".
Pablo Neruda
La decisione di partire, controllate le previsioni meteo che portano assenza di pioggia, c'è comunque, e infatti si procede decisi lasciando il mezzo a nostra disposizione già alla Fontana del Principe. Pronti procediamo intersecando subito l'IPV5 che promette di condurci fino al Piano di Aquafredda e da lì fino alla vetta del Parco: Serra Dolcedorme.
Siamo già immersi in un bosco dalla fama fiabesca: La Fagosa. Si inizia a percepire l'arrivo dell'autunno e le prime foglie cadono, mentre altre tendono ad ingiallire, iniziando a conferire quei colori spettacolari che le faggete hanno in questa stagione dell'anno. Il sentiero è semplice seppure in continua costante salita, e in poco tempo, tra una pausa alla Fontana di Vascello e un'altra al Piano di Fossa, raggiungiamo dopo "la Scaletta" il Piano di Acquafredda.
Lì la salita a Italus, il pino loricato salito alla ribalta per la sua veneranda età accertata di 1.230 anni, è d'obbligo. Comparare la mia età alla sua è qualcosa che mette i brividi. Un'altra magnificenza del nostro parco.
Proseguiamo da lì, modificando il nostro percorso verso Serra delle Ciavole abbandonando completamente il proseguo dell'IPV5. La cresta sud di Serra delle Ciavole è stupenda e man mano lascia panorami impressionanti e loricati unici.
Alla cima nonostante il freddo, il pranzo non viene meno, e così dopo le foto di rito si ridiscende verso i Piani, passando dal Varco di Pollino per poi rientrare dallo stesso percorso, con un ritorno non privo di sorprese: da faggi monumentali a incontri con abitanti famosi del bosco.
Come sempre all'auto: la consapevolezza di aver percorso un altro stupendo itinerario e aver passato una giornata nel modo giusto.