Partiamo presto la mattina e raggiunto Piano Ruggio, per curiosità e informazione, misuriamo la temperatura nei pressi della stazione meteo lì installata: sono -8,1°C direi niente male.
Procediamo a Colle Impiso e sistemati e ben coperti ci avviamo di buona lena verso i Piani, passando prima da "Spezzavummola", altro punto in cui misuriamo la temperatura dell'aria e della sorgente: questa rimane molto simile a quella misurata in estate, e come mi spiega bene il mio collega e geologo Marco, indica che il ruolo della falda e la qualità dell'acqua sono di prim'ordine. Un'altra conferma delle qualità di questa famosa sorgente.
Soddisfatti anche di questa informazione, procediamo verso la nostra meta, e arrivati al primo affaccio sui piani, non possiamo essere che felici di aver preso questa decisione oggi: neve e ghiaccio ricoprono buona parte del piano e della faggeta circostante oltre che dei maestosi pini loricati che sappiamo a breve raggiungeremo.
Man mano che andiamo avanti cresce il desiderio di arrivare ai loricati mentre già vediamo il ghiaccio cristallizzato sulla loro corazza e sui loro aghi. Arrivati ai primi, gli ormai famosi "Gendarmi" lo spettacolo è unico. La forza della tempesta di ghiaccio è rimasta impressa nei disegni del ghiaccio schiacciati sulle loriche dei pini, e i ciuffi degli aghi sono compattati in proiettili bianchi con le forme che ricordano i contorni originali. Pensare di trovarsi dentro quella tempesta lì al fianco di quei guerrieri centenari mette i brividi. Che forza hanno questi alberi che così tanto tenacemente crescono sui rilievi del Parco? Impressionante.
Ogni sguardo regala una meraviglia, tanto che ogni foto scattata è un capolavoro: non merito certo del fotografo quanto di quello che già la natura e la conseguenza degli eventi ci ha offerto. Sbalorditi continuiamo ad osservare i disegni sui fusti e tra le chiome, e procediamo lungo tutta la schiera dei primi pini loricati fino alla base della cresta di Serra delle Ciavole.
Nonostante il freddo, la giornata è stupenda e ci sono delle nuvole in cielo che regalano scenari meravigliosi: la scelta è stata fatta bene.
Dopo il pranzo veloce, decidiamo di discendere fino al Trabucco, e scattando qualche altra foto lungo i canali ghiacciati che lasciano correre via l'acqua, giungiamo al famoso inghiottitoio. Qui tutta l'acqua scorre e ne defluisce all'interno: il grande imbuto del Massiccio del Pollino, sta ricaricando le riserve in vista della nuova stagione. Anche qui la quantità d'acqua che discende è impressionante, e pensare che lì sotto possono snodarsi chilometri di gallerie e piccoli cunicoli lascia altrettanto esterrefatti.
Ci scambiano uno sguardo di soddisfazione e contenti della giornata, decidiamo che la sveglia presto e tutto quel freddo preso sono stati più che il giusto "rimborso" alla giornata in cui siamo incappati.
Il Pollino delle meraviglie, buon cammino!