E' difficile trovare le giuste parole per far intendere le ragioni profonde del perché questo modo di prevedere una simile azione sia una sconfitta per la gestione della fauna in Italia, essendo proprio l'esempio lupo, un fiore all'occhiello di una tutela e salvaguardia di una specie che stava completamente per scomparire, e che nel sud dell'Italia, compresi i fitti boschi del Pollino, ha avuto il suo ultimo baluardo e rifugio.
Detto ciò premetto ancora che non sono nè un esperto del settore, nè tantomeno un estremista (dell'una o dell'altra parte), ma un semplice appassionato di natura nel senso più ampio del termine, e che mi sono limitato a prendere in considerazione solo alcuni aspetti in merito al Piano per riflettere su alcuni punti.
1. Seppur definito a pag.29 "...una delle principali minacce per la conservazione del lupo..." non vi è una valida e definita strategia legata alla gestione del randagismo canino e delle conseguenti, e forse troppo sottovalutate, ibridazioni che potrebbero essere invece una base di partenza del piano. Questo perché si andrebbe ad intervenire, per quanto difficile, sulla tutela del patrimonio genetico, e su elementi che influenzano la zootecnia essendo anche gli ibridi e i cani randagi possibili responsabili dei danni proprio a questo settore.
2. Come ultima possibile azione (specificando comunque chiare restrizioni più volte definite a cui rimando al documento stesso) il piano prevede l'abbattimento selettivo del 5% della popolazione dell'animale, considerando come base di questa, la stima più bassa considerata, e cioè 1000 esemplari. Dunque 50 esemplari all'anno. Da questi 50 andrebbero detratti quelli uccisi dal bracconaggio. Qui apro una parentesi: in tre anni (2013-2015) ufficialmente sono stati uccisi 115 lupi (quasi 38 all'anno); questa soluzione sarebbe voluta per ridurre il bracconaggio: ma che senso ha uccidere (posto il caso che vengano accettate tutte le domande di intervento) anche più lupi di quelli abbattuti (ufficialmente) dal bracconaggio stesso? Fonti non ufficiali invece parlano di più di 300-400 lupi "bracconati" ogni anno, ritengo siano numeri molto alti, ma anche in questo caso che senso avrebbe "legalizzarne" l'abbattimento di 50 quando comunque ne vengono uccisi altri 250? Secondo il piano stesso inoltre gli abbattimenti autorizzati non sarebbero più applicabili, in quanto si supererebbe comunque la soglia indicata.
3. Molto bene si era parlato durante gli ultimi anni di buone pratiche di convivenza con il lupo: l'utilizzo di cani da guardania storicamente utilizzati per le greggi e le mandrie, indennizzi agli allevatori, restituzione dell'animale che è stato predato grazie alla presenza di un gregge/mandria di proprietà di enti. Perché non valorizzare questi metodi e migliorarli ulteriormente? E che fine hanno fatto i progetti che vedono nelle nuove generazioni gli adulti del futuro da educare ad una convivenza tutt'altro che impossibile e per forza violenta?
Seppur non volessimo considerare le precedenti osservazioni, tutto dovrebbe essere comunque riconsiderato se prendiamo in considerazione la stima di tipo statistico sulla popolazione che è stata fatta: la stima della popolazione del lupo rientra in uno spettro che va dai 1.000 ai 2.400 esemplari. Possono essere definiti attendibili dei metodi di gestione basati su un simile divario numerico? Praticamente una variabilità del 150%? Mi pare che anche qui prima di poter avanzare dei piani validi si debba procedere ad uno studio più attento, e sicuramente con tempi necessari ad una riduzione dell'errore.
Per più informazioni in merito, rimando ai link inseriti a fine testo a seguito delle immagini: in particolare il documento del Piano stesso, ed una una pagina Facebook molto più competente nel settore.
Oltre tutto questo, come affermavo poco più su, probabilmente il fatto che si debba cedere, in questa situazione, a dover permettere l'abbattimento di un animale importante per l'ecologia dei nostri sistemi naturali come è il lupo, è un duro schiaffo ad anni di lotta per la valorizzazione di un bene unico e non replicabile.
Dal mio punto di vista, è ancor più paradossale pensare ad una simile soluzione proprio quando pochi giorni fa, al Tg regionale, si parlava del nuovo progetto del Parco Nazionale del Pollino sulla convivenza con il lupo, solo l'ultimo di una lunga serie, che segue, fra i più recenti, il Progetto Life Wolfnet.
- File del Piano di Conservazione: Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia
- Notizia ANSA: "Uccisi 115 lupi in tre anni"
- Notizia ANSA: "Primo si tecnico al Piano Lupo"
- Pagina Facebook: Canis lupus italicus - Lupo appenninico
- Video Tg Regione Calabria: "Salviamo capre e lupo"