Alla Scoperta del Pollino
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Boschi "antichi" (parte 1)

7/3/2016

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"Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in egual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e frutti".
Susanna Tamaro

In Italia,  i boschi incontaminati, dove la presenza dell'uomo è stata pressoché assente, sono un numero molto ristretto. Di conseguenza, da quando si parla sempre più spesso della Faggeta di Cozzo Ferriero, la mia curiosità ha iniziato sempre più ad aumentare, non avendo avuto modo di poterla esplorare prima fino ad ora.
Motivo principale di questa escursione, quindi è stata proprio la voglia di soddisfare la mia curiosità in merito, e seguire il mio spirito di "cercatore di alberi" come si definirebbe Fratus.

Questo bosco è stato più volte portato all'attenzione del pubblico per via di alcune sue caratteristiche che lo renderebbero adatto ad una particolare candidatura: quella della "Rete Europea dei Boschi Vetusti di Faggio". Sicuramente un bosco di questo tipo ha delle caratteristiche ben precise da soddisfare di impronta tecnica (stato e complessità della successione, presenza di alberi morti in piedi, quantità di legno morto a terra, età e diametro medio del popolamento, specie vegetale e animale di particolare interesse naturalistico, ecc); ma altrettanto sicuramente si possono immaginare anche le emozioni che dovrebbero essere provocate in chi la visita, proprie di un ambiente unico in cui si manifesta la pienezza della natura. Per questi motivi, cogliendo l'occasione di raggiungere anche Coppola di Paola a 1.919 m, ho ritenuto opportuno visitare quest'area. 

Lo sviluppo del sentiero vede un salto di quota che va dai 1.320 m a circa i 1.800, con il bosco che inizia ad assumere caratteristiche diverse. Ad un occhio curioso o attento, si notano procedendo, le differenze che il bosco inizia ad assumere: la comparsa dei primi faggi di discrete dimensioni, l'eterogeneità dei diametri delle piante e la loro frequenza.
Questa situazione permane fino al raggiungimento della linea di cresta, intervallata da alcune doline. Il bello, una volta arrivati in quest'area è stato proprio girovagare in cerca di "spazi di bosco" che soddisfacessero quanto si dice del sito. In merito a questo si nota, effettivamente, lo scarso intervento antropico in quella zona nel corso dei decenni e la grande quantità di alberi schiantati o porzioni di alberi morti in piedi, caratteri fondamentali di vetustà. Sicuramente merita un altro sopralluogo per godere di nuovo di alcuni degli affascinanti scenari incontrati e soprattutto trovarne di altri.
​
Il tempo a disposizione infatti finisce presto e la marcia verso la vetta deve riprendere. Così dopo una discesa a 1700 metri circa che ci porta alle pendici della meta, si risale a mezzacosta fino a raggiungere prima l'anticima e poi la cima di Coppola di Paola, da dove il panorama è di nuovo il protagonista assoluto.
Dopo aver assaporato dei dintorni, e aver messo qualcosa sotto i denti, riprendiamo la discesa per il ritorno all'auto, immergendoci di nuovo in quell'antico mare verde.
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    Sono sempre stato un appassionato di escursionismo e ho sempre sfruttato ogni momento disponibile per poter girovagare sulle montagne vicino casa.
    Oggi mi ritengo uno dei fortunati che è riuscito a fare della sua passione un mestiere. Qui racconterò alcune delle meravigliose esperienze vissute nell'area protetta più grande d'Italia
    .

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