"Ma quando Zeus compì il suo piano, e per lei il decimo mese era passato nel cielo, da solo fece luce e illustre fu l’opera: ella generò un figlio astuto, ingannatore, ladro, guida di buoi, padrone dei sogni, spia notturna, custode di porte, che presto avrebbe compiuto imprese famose fra gli immortali".
Inno omerico ad Ermes, IV, 1-67
Puntiamo un pino loricato ormai morto per uscire il prima possibile dalla fascia di faggeta che da lì ci separa all'area destinata ai loricati: una passeggiata tra le meraviglie.
Ne superiamo diversi di diverse dimensioni ed età; aggirata l'ennesima asperità del terreno, supero una roccia, e alzando la testa osservo quello che da subito è un fusto molto più grande degli altri. Man mano che mi avvicino la mia ipotesi si fa realtà, perché mi trovo davanti un magnifico esemplare di pino che si alza fiero in tutto il suo splendore. Mi trovo di fronte ad un ottimo nuovo candidato di albero monumentale da annoverare nell'elenco già folto dell'area del Parco Nazionale.
Chiamo subito il mio compagno d'avventura per mostrargli quel capolavoro della natura. Le placche poste lato monte sono grandissime e i solchi profondissimi, tanto che si possono afferrare con una mano, più piccola della placca stessa: eccezionale.
La situazione già unica, lo diventa ancor di più quando d'un tratto, prima timidamente e poi in maniera sempre più netta si riesce ad ascoltare il grido di un'aquila. Osservando attentamente riesco a trovare una coppia, parecchio distante da noi che ci lascia qualche secondo ad osservarli mentre si alzano sempre di più in cielo, sparendo dietro Serra Crispo prima ancora di permetterci di fare qualche foto per immortalarli in volo.
Dopo qualche scatto dedicato a quello che decidiamo di chiamare amichevolmente Hermes, il guardiano delle porte, ci congediamo e ci avviamo sulla cresta di Serra Crispo entrando in pieno nel Giardino degli Dei.
L'emozione ogni volta che giungo in questo luogo è fortissima. Arriviamo sulla vetta, e poi ci dedichiamo individualmente ai loricati che rendono questo posto così diverso e affascinante rispetto a tutti gli altri nel Parco. Ci godiamo così i momenti e i minuti che passano, fin quando dopo una meritata pausa decidiamo di ripartire.
Passiamo prima dal famoso scheletro del loricato che guarda Timpa di S. Lorenzo e La Fagosa, per poi rientrare ripassando dalla fontana, convinti di aver ricevuto una giornata irripetibile tra gli dei.