Alla Scoperta del Pollino
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Sulla spina dorsale del Parco innevata

1/11/2019

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Evento non comune quello che oggi ha concesso una nevicata fino alle pendici del Massiccio del Pollino, da Conca del Re alla Petrosa di Castrovillari a circa 600 metri di quota.

La giornata si prevedeva serena e dunque l'uscita era fissata, ma non con questo panorama che ha reso il tutto sicuramente ancor più affascinante..
Paesaggi imbiancati dalla neve a temperature vicine allo 0° fino a metà giornata ci hanno accompagnato permettendo di vedere in un "abito" non frequente una zona a noi ben conosciuta.

La passeggiata, per gradire della giornata a noi offerta, ci porta pian piano dalla Masseria di Santo Iorio, a Cozzo Palumbo, fino a Pietra Rossa e al successivo picco, su quella che è più comunemente chiamata dagli escursionisti del luogo "La Direttissima": percorso lungo il crinale sud di Serra Dolcedorme, sulla spina dorsale del Parco, tra i più affascinanti e sicuramente tra i più (se non il più) impegnativi dell'area protetta più grande d'Italia.

Per la nostra passeggiata ci "accontentiamo" della meraviglia innevata intorno a noi fino a quota 1.191 m: bianco ovunque a perdita d'occhio, qualcosa di unico.

Serra Dolcedorme, nella sua imponenza di 2.267 m, vista così è uno spettacolo meraviglioso. Buon cammino! 
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Dal sentiero Greco al Palanuda

12/11/2018

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Agevole e comodo il percorso che dalla Contrada Rosole conduce fino a Piano Cambio, luogo di incrocio con il sentiero che giunge da Conte Orlando e da dove si può proseguire fin sulla cima del Monte Palanuda (1.632 m s.l.m.) e godere della vista dal Massiccio del Pollino al Mar Tirreno.

La faggeta è in uno stato intermedio tra l'autunno e l'inverno, con un sottilissimo strato di neve/ghiaccio della notte precedente che la rende un ambiente a parte.

Il cammino che permette di arrivare a Piano Cambio ci fa scoprire una stupenda, fredda, giornata di sole. I giochi di luce tra i rami e le superfici ghiacciate distraggono fino a quando non arriviamo nelle parti più esposte dove il calore ha già sciolto la poca neve presente. 

Il passo è deciso e si arriva abbastanza presto sulla cima. Da lassù, ci concediamo più tempo per poter ammirare tutta quella parte di mondo che abbiamo intorno: dalle vette dell'Orsomarso, alla Valle dell'Argentino, dalla Riviera dei Cedri fino al Mar Tirreno, dalla Valle del Mercure, passando dall'Altopiano di Campotenese fino al Massiccio del Pollino, ritornando poi al gruppo montuoso del Caramolo. Uno spettacolo.

Per questo la "Vedetta" dell'Orsomarso: la vista è unica.

Buon Cammino.
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Dai Guerrieri di Ghiaccio

11/30/2018

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La decisione è presa in pochi minuti la sera del giorno prima. Destinazione Piani di Pollino, sperando che il ghiaccio e la neve si mantengano fino al nostro arrivo.

Partiamo presto la mattina e raggiunto Piano Ruggio, per curiosità e informazione, misuriamo la temperatura nei pressi della stazione meteo lì installata: sono -8,1°C direi niente male.
Procediamo a Colle Impiso e sistemati e ben coperti ci avviamo di buona lena verso i Piani, passando prima da "Spezzavummola", altro punto in cui misuriamo la temperatura dell'aria e della sorgente: questa rimane molto simile a quella misurata in estate, e come mi spiega bene il mio collega e geologo Marco, indica che il ruolo della falda e la qualità dell'acqua sono di prim'ordine. Un'altra conferma delle qualità di questa famosa sorgente.

Soddisfatti anche di questa informazione, procediamo verso la nostra meta, e arrivati al primo affaccio sui piani, non possiamo essere che felici di aver preso questa decisione oggi: neve e ghiaccio ricoprono buona parte del piano e della faggeta circostante oltre che dei maestosi pini loricati che sappiamo a breve raggiungeremo.

Man mano che andiamo avanti cresce il desiderio di arrivare ai loricati mentre già vediamo il ghiaccio cristallizzato sulla loro corazza e sui loro aghi. Arrivati ai primi, gli ormai famosi "Gendarmi" lo spettacolo è unico. La forza della tempesta di ghiaccio è rimasta impressa nei disegni del ghiaccio schiacciati sulle loriche dei pini, e i ciuffi degli aghi sono compattati in proiettili bianchi con le forme che ricordano i contorni originali. Pensare di trovarsi dentro quella tempesta lì al fianco di quei guerrieri centenari mette i brividi. Che forza hanno questi alberi che così tanto tenacemente crescono sui rilievi del Parco? Impressionante.

Ogni sguardo regala una meraviglia, tanto che ogni foto scattata è un capolavoro: non merito certo del fotografo quanto di quello che già la natura e la conseguenza degli eventi ci ha offerto. Sbalorditi continuiamo ad osservare i disegni sui fusti e tra le chiome, e procediamo lungo tutta la schiera dei primi pini loricati fino alla base della cresta di Serra delle Ciavole. 

Nonostante il freddo, la giornata è stupenda e ci sono delle nuvole in cielo che regalano scenari meravigliosi: la scelta è stata fatta bene.
Dopo il pranzo veloce, decidiamo di discendere fino al Trabucco, e scattando qualche altra foto lungo i canali ghiacciati che lasciano correre via l'acqua, giungiamo al famoso inghiottitoio. Qui tutta l'acqua scorre e ne defluisce all'interno: il grande imbuto del Massiccio del Pollino, sta ricaricando le riserve in vista della nuova stagione. Anche qui la quantità d'acqua che discende è impressionante, e pensare che lì sotto possono snodarsi chilometri di gallerie e piccoli cunicoli lascia altrettanto esterrefatti. 

Ci scambiano uno sguardo di soddisfazione e contenti della giornata, decidiamo che la sveglia presto e tutto quel freddo preso sono stati più che il giusto "rimborso" alla giornata in cui siamo incappati.

Il Pollino delle meraviglie, buon cammino!

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Il loricato di "Gavutu Russo"

11/9/2018

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"La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità".
Charles Bukowski

Sopralluogo organizzato per raggiungere un pino loricato individuato sotto le pendici meridionali di Pollinello, che sembra meritare la nostra visita. Sono davvero tante ancora le cose da vedere attentamente in questa grande area protetta.

Si parte, lasciata l'auto, attraversando la contrada "Mazzacanino" di Morano Calabro, prendendo il famoso sentiero denominato "La scaletta" che, percorso completamente, porterebbe fino al Piano di Gaudolino. 
Attraversiamo i primi rimboschimenti, fino a ritrovare intorno a noi un bosco costituito prima dal dominante leccio, e poi da faggio e diversi esemplari di pino loricato.

Sostiamo alla sorgente Romania prima di procedere fino al belvedere al di sotto di "Autorosso" a circa 1.150 metri di quota. Guardandosi intorno, oltre le pareti sotto Pollinello, è evidente e netta la separazione tra le due componenti forestali: il verde della lecceta, che si scontra verso i colori autunnali della faggeta sovrastante a ridosso della "Valle Gaudolino". 

Diamo un'occhiata al percorso che ci aspetta e iniziamo la risalita fuori pista incontrando faggi vetusti, tracce di animali (scoiattoli, lepri, caprioli, cinghiali, mustelidi di diverso tipo) e la consapevolezza di essere in un luogo dove davvero in pochi si avventurano. 
Aggiriamo la prima parete di "Autorosso" e individuiamo un bellissimo esemplare di roverella dall'età notevole, così come arrivati su uno dei crinali che discendono verso la vallata, avvistiamo la schiera di loricati che sono subito alle pendici della parete; il nostro obiettivo è tra quelli.

Superiamo con molta attenzione e concentrazione le parti in cui sono presenti dei ghiaioni con materiale più e meno grossolano, e giungiamo dunque al nostro pino loricato. Uno stupendo esemplare: vigoroso, con la chioma molto ben sviluppata e ramificata, alto e con un diametro notevole. 
Ci gustiamo per qualche minuto lui e il panorama che dall'alto riusciamo a vedere, oltre che tutti gli altri pini abbarbicati sulle pareti alle  nostre spalle: uno spettacolo unico. 

Decidiamo di rientrare, e dopo aver notato un altro stupendo esemplare di roverella subito sotto la parete sud-ovest di "Autorosso", iniziamo la discesa seguendo il crinale, fino a ricollegarci molto più giù, alla prima parte del tracciato della scaletta. 

Un'escursione fuoripista alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino anche per chi ha più esperienza. La curiosità è una virtù fondamentale che permette sempre di migliorare. Buon cammino!
E qui altri due scatti di Silvio Carrieri, che mi immortalano vicino
​alla roverella secolare e al "pino loricato di Gavutu Russo"
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Dal Principe alle Ciavole

9/27/2018

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"Il vento è un cavallo:
senti come corre
per il mare, per il cielo.
Vuol portarmi via: senti
come percorre il mondo
per portarmi lontano"
.
Pablo Neruda

Il forte vento che ci accoglie la mattina alla nostra partenza era previsto. Già da subito si prospetta una giornata con forti raffiche e di certo meno calda degli ultimi giorni. 

La decisione di partire, controllate le previsioni meteo che portano assenza di pioggia, c'è comunque, e infatti si procede decisi lasciando il mezzo a nostra disposizione già alla Fontana del Principe. Pronti procediamo intersecando subito l'IPV5 che promette di condurci fino al Piano di Aquafredda e da lì fino alla vetta del Parco: Serra Dolcedorme.

Siamo già immersi in un bosco dalla fama fiabesca: La Fagosa. Si inizia a percepire l'arrivo dell'autunno e le prime foglie cadono, mentre altre tendono ad ingiallire, iniziando a conferire quei colori spettacolari che le faggete hanno in questa stagione dell'anno. Il sentiero è semplice seppure in continua costante salita, e in poco tempo, tra una pausa alla Fontana di Vascello e un'altra al Piano di Fossa, raggiungiamo dopo "la Scaletta" il Piano di Acquafredda.
 
Lì la salita a Italus, il pino loricato salito alla ribalta per la sua veneranda età accertata di 1.230 anni, è d'obbligo. Comparare la mia età alla sua è qualcosa che mette i brividi. Un'altra magnificenza del nostro parco. 

Proseguiamo da lì, modificando il nostro percorso verso Serra delle Ciavole abbandonando completamente il proseguo dell'IPV5. La cresta sud di Serra delle Ciavole è stupenda e man mano lascia panorami impressionanti e loricati unici. 

Alla cima nonostante il freddo, il pranzo non viene meno, e così dopo le foto di rito si ridiscende verso i Piani, passando dal Varco di Pollino per poi rientrare dallo stesso percorso, con un ritorno non privo di sorprese: da faggi monumentali a incontri con abitanti famosi del bosco.

Come sempre all'auto: la consapevolezza di aver percorso un altro stupendo itinerario e aver passato una giornata nel modo giusto.
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    Sono sempre stato un appassionato di escursionismo e ho sempre sfruttato ogni momento disponibile per poter girovagare sulle montagne vicino casa.
    Oggi mi ritengo uno dei fortunati che è riuscito a fare della sua passione un mestiere. Qui racconterò alcune delle meravigliose esperienze vissute nell'area protetta più grande d'Italia
    .

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